Un Segnale di Speranza
Lettera aperta alla Speranza.
UN SEGNALE DI SPERANZA
Cara signora Speranza, siamo
qui a scriverLe a nome degli
“amici della domenica”,
un gruppo nato “per caso” ,
spinto dalla voglia del S
POT FA’ , che è la
formula dialettale per dire:
SPERANZA.
Sappiamo che nella nostra
città Ella si è addormentata
da un po’ di tempo e noi
siamo qui a cercare di
risvegliarLa.
Una città senza speranza non
ha prospettiva, perché si
richiude in se stessa,
avvitandosi e portando i
suoi cittadini migliori ad
andare via ed a cercarla da
un’altra parte.
Siamo a chiederLe di
risvegliarsi e di far
ricominciare a battere i
cuori dei nostri
concittadini normali, quelli
che pur demoralizzati
resistono e non vogliono
arrendersi all’inciviltà ed
all’incuria dei pochi ed
all’indifferenza dei più.
Ella può rimanere un guscio
lessicale vuoto o può
riempirsi di atti concreti
che servano a poter far dire
a noi amici della domenica:
abbiamo visto, abbiamo
proposto e gli
amministratori che noi
abbiamo eletto hanno
realizzato.
Abbiamo chiesto cose
semplici: una sorveglianza
maggiore contro vandali e
criminali del vivere civile,
un maggior richiamo
all’etica della
responsabilità da fare a chi
dovrebbe dirigere, facendola
funzionare, la cosa
pubblica.
Cose che non costano, perché già pagate dalla nostra comunità.
Qualche atto concreto,
signora Speranza, per farci
capire di non essere morta.
Un suggerimento ci
permettiamo di darle, in
tono sommesso, perché
possiamo realizzare che S
POT FA’ e che non tutto
è stato vano: se c’è stato
un impegno verso la piazza
battezzata “TAVUTO” ,
che è stato il nostro primo
amore, e se, addirittura,
c’è stato un atto
deliberativo, possiamo
vedere quella piazza
risanata?
Il “tavuto”, come Ella sa, è
per, noi foggiani, la cassa
da morto, cara signora
Speranza, faccia in modo che
non diventi il suo
definitivo luogo di dimora,
perché se muore la Speranza
muore la città e con essa i
suoi cittadini che se non
fuggiranno si chiuderanno in
casa a cantare, forse, le
glorie del passato, ma sarà
un canto di morte per il
vivere civile e per una
comunità che avrà meritato
di essere agli ultimi posti
di tutte le classifiche del
mondo per inefficienza e
stupidità, per non essere
stata capace di selezionare
una classe dirigente degna
di questo nome.
Gli Amici della Domenica