Vuoi giocare al referendum ?

di Raffaele de Seneen

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E si, quello un gioco è diventato il referendum, una pazziella.

Un gioco con le sue regole, come tutti gli altri giochi, ed un fine da raggiungere: si stabiliscono le regole, si fanno le squadre, quella del SI e quella del NO, ed anche la posta.

Solo che essendo un gioco per adulti, c’è una variante, il quorum, e se questo benedetto quorum non viene raggiunto, il referendum “decessa”.


Già, quando il popolo decide di autoconsultarsi, per validare la decisione maggioritaria si deve raggiungere il quorum, se il popolo è chiamato ad eleggere i propri rappresentanti, non c’è quorum che tenga.

Quindi se a Foggia, per assurdo, alle prossime amministrative andassero a votare solo mille cittadini, “quelli” pacificamente si fanno le loro percentuali rapportate a cento, si danno il sindaco, il consiglio, i consigli di amministrazione nelle municipalizzate e quant’altro.


Giugno prossimo è proprio il periodo di referendum, tre mi pare, di cui uno messo in dubbio.
Una ventina di anni fa si disse NO al nucleare con un referendum, poi quel referendum, come una qualsiasi medicina, dicono che è scaduto e ci risiamo.

Poi si è messa di mezzo la “nube gialla” e quindi moratoria, sospensione, si, no, ma, chissà.


Proprio per chiarirci meglio le idee abbiamo evitato di abbinare referendum ed elezioni amministrative.

Certo ci costa un po’ di più, però, giustamente, il nostro proverbio dice “come spendi, così mangi”. E buon appetito.


Io poi mi chiedo se i referendum scadono perché non iniziamo a rifare quello fra Repubblica e Monarchia? Mo’ vuoi vedere che qualcuno dice che quello fu un plebiscito!? Meh, non scherziamo, pensiamo a giocare con i referendum.
Perché se quelli a carattere nazionale sono un po’ scoccianti: campagna referendaria, tutto il bla bla bla e compagnia bella, quelli cittadini sono più sfiziosi, e se poi sono di quartiere, meglio se di strada, una goduria. I risultati di quelli non scadono mai, è questione di serietà, non scadono perché non hanno un seguito, non vengono applicati, cioè vivono perché sono morti in fasce.


E’ capitato per la situazione devastata e di degrado di “Piazza Tavuto”, detto fatto. L’annuncio del referendum, il richiamo della gente, la festa di quartiere, i palloncini e i disegnini, intorno a centocinquanta cittadini si esprimono su due opzioni, la “A” e la “B”, modi diversi di rifare la piazza; poco prima qualcuno si era impegnato a raschiare le casse comunali trovandoci ancora in un angolino quattromila euro e sembra che si era arrivati anche alla determina di utilizzo.

 


 

Io mo’ non ricordo se hanno vinto quelli della “A” o quelli dell’opzione “B”, qualcuno ha vinto, ma finora non s’è visto niente e la situazione di “Piazza Tavuto” continua e degenera.

Se vai a vedere la determina si sarà “sdeterminata”, e vedrai che siamo costretti a fare un referendum del referendum.


A me, poi, non dispiace, gli adulti ci giocano con queste cose, l’abbiamo detto in premessa, mi dispiace per i bambini del quartiere, che non essendo ancora diventati adulti, né possono praticare il gioco del referendum, né giocare a palla prigioniera o ai quattro cantoni in quella piazzetta.


Piazza Tavuto la vedo come un tavolo di un casinò, e il croupier che dice: “Signori, i giochi sono fatti (anche questa volta)…..”

 

per Gli amici della Domenica - Raffaele de Seneen

 
  Foggia 17 Maggio 2011