Lettera aperta alla

Sovrintendenza alle Belle Arti

 

di Salvatore Onorati

 

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FOGGIANTICA
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Egregio Direttore;

Le scrivo a nome del gruppo degli “Amici della domenica” per segnalare un piccolo problema che abbiamo rilevato.

Non sappiamo se sia di Sua pertinenza, ma invieremo questa lettera aperta anche alla stampa, per trovare in Lei un utile alleato, se il nostro diretto interlocutore non dovesse essere ravvisato nella Sovrintendenza alle Belle Arti.

 

Domenica scorsa, visitando la Chiesa delle Croci, ci siamo accorti, e lo abbiamo fotografato per documentarglielo, che il cartello con le indicazioni per i visitatori era divelto ed abbandonato a terra.

 

Ci è parso un problema apparentemente di poco conto, ma ragionandoci su abbiamo realizzato che forse così non è.

Provo a proporLe come il gruppo ha elaborato la situazione per rappresentaLe il perché ci preoccupiamo di interessarLa alla questione.

pannello informativo prodotto dalla Società MP Mirabilia Srl

 

 

Ragionando da turista se trovo un cartello con le indicazioni divelte ed abbandonate in terra penso che se il sito non merita neppure la dovuta attenzione da parte di chi dovrebbe invogliarmi a visitarlo vuol dire che quel posto vale oggettivamente poco.

 

Non visito la Chiesa e mi perdo una buona occasione per godere di un gioiello della città e per far circolare l’idea che Foggia merita di essere vista anche per ammirare il “cappellone” delle croci.

Ragionando da cittadino se voglio vivere in una città normale pretendo che tutti si comportino da persone normali. Condanno l’atto vandalico, come atto iniziale, senza se e senza ma: chi ha divelto quel palo è un vandalo ed il suo gesto merita la mia esecrazione.

 

Mi chiedo, però, poi, chi doveva accorgersi dell’atto vandalico per provvedere a ripristinare la condizione di normalità. Allora mi preoccupo, perché sono spinto a pensare che ci sia un clima d’indifferenza a risolvere anche i problemi più minuti e banali.

 

Penso a quel maledetto clima di rassegnazione verso il destino cinico e baro che si accanisce nei confronti della nostra comunità. E la cosa non mi piace!

Penso, e con me il gruppo per cui Le sto scrivendo, che la città è quello che vogliono sia i suoi abitanti.

 

Il nostro è un gruppo di cittadini che, da persone normali, vorrebbe vivere in una città normale e come tale sta a segnalarLe che la situazione di quel palo divelto normale non è.

Il nostro senso di appartenenza ci porta a ricordare, in via generale, a tutti le rispettive responsabilità.

 

Siamo sicuri che fino ad oggi nessuno Le abbia segnalato l’anomalia di modo che Ella potesse poi attivarsi a ripristinare lo status quo antea.

In questi giorni sulla nostra pagina di facebook si è attivata una discussione su come risolvere il problema. Molti hanno proposto di andare lì e sistemare la faccenda come abbiamo fatto quando ci siamo accorti che in “piazza tavuto” nessuno andava a pulire e l'abbiamo fatto noi.

 

Qualcuno ha obiettato che questa soluzione non sarebbe legale.

Non so se sia vero, ad ogni buon conto sono qui anche a scriverLe per impedirci di commettere un’azione illegale,  se così è, perché il gruppo degli “amici della domenica “, potrebbe recarsi sul posto e fare quello che altri, pur dovendo e potendo, perché nelle loro competenze, non hanno fatto.

 

Sarà un peccato veniale, di cui ci assumeremo la responsabilità, ma servirà ad evidenziare il peccato mortale dell’indifferenza e del lassismo che hanno portato e portano la nostra città agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali dei luoghi dove è bello vivere.

 

Siamo convinti che non meritiamo quel posto.

Ci aiuti anche Lei, per quello che può e sa, a farci risalire quella graduatoria perché siamo certi che quelle ultime posizioni non ci spettano.

 

Rimettere quel palo al suo posto è un gesto banale, che non costa nulla, ma è un segnale importante per tutti noi.

 

Dall’idea che si possa cambiare rinasce la fiducia e con essa si ricostruisce anche un valore di comunità e di appartenenza.

Noi ci stiamo provando, lo faccia anche Lei, unendosi a noi.


per gli “amici delle domenica” , Salvatore Onorati
       

 

Foggia 19/02/2011