a cura di Lucia Lopriore Manufatto: Stemma in arenaria.[4] Periodo: 1676/1685 ca.
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Provenienza: (chiesa della SS. Annunziata di Foggia) Attribuzione: mons. Antonio de’ Sangro, vescovo di Troia (1676 - 1694)
[4] Blasone: Partito, nel 1° di azzurro a tre bande di oro; alias: d’oro a tre bande di azzurro. (di Sangro) ; nel 2° di azzurro alla torre d’argento merlata alla guelfa aperta e finestrata del campo (della Tolfa).
Le origini della famiglia di o de’ Sangro sono antichissime. Essa assunse il cognome dal possesso di Castel di Sangro che fu concesso ad Oderisio che, con i discendenti, poté fregiarsi del titolo di conte secondo le usanze longobarde. La casata fu insignita di numerosi titoli tra i quali:
barone di: Bugnara, Casignano, Casoria, Itri, Locorotondo, Mottola, Oppido, San Giovanni in Fiore.
Conte di: Marsi, sul cognome, Brienza, Buccino, Rodiano.
Marchese di: Santo Stefano di Itri, Castelnuovo, S. Lucido, Genzano, del Finale, Campo di Mele, Lenola, Monticelli, Torremaggiore, Sperlonga.
Duca di: Vietri, Casacalenda, Torremaggiore, Martina, Caggiano, Telese, Campolieto.
Principe di: Viggiano, del S.R.I., Sansevero, Fondi, Castelfranco, Gesualdo, Palazzo S. Gervasio, Chiusano.
La linea dei Conti dei Marsi si estinse con Beatrice che sposò re Ruggiero il Normanno (3ª moglie); il ramo dei principi di Viggiano si estinse in casa Loffredo; il ramo dei duchi di Vietri si estinse in casa Caracciolo Rossi di Forino.
La famiglia vestì l’abito di Malta ed ottenne il Grandato di Spagna di prima classe; fu decorata degli Ordini del Toson d’oro, di S. Gennaro, di S. Ferdinando e del Merito e della Concessione di Spagna. Dal 1507 tutte le linee allora esistenti dei di Sangro furono ascritte al Patriziato Napoletano del Seggio di Nido e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), il casato fu ascritto nel Libro d’Oro. Trai principali personaggi si ricordano:
Nicolò che durante il regno di re Carlo II d’Angiò ricoprì la carica di Gran Siniscalco. Berardo che fu capitano generale di Capitanata e giustiziere d’Abruzzo sotto il regno di re Roberto. Riccardo, intrepido capitano, partecipò alla presa di Roma sotto le insegne di re Ladislao di Durazzo e fu nominato castellano di Castel S. Angelo. Nel 1495 Nicolò di Sangro fu tra gli Ambasciatori dei Sedili di Napoli.
Della linea dei marchesi di San Lucido si ricorda Antonio, padre teatino e professore di Teologia Sacra, eletto vescovo di Troia e della chiesa Collegiata di Foggia il 16 dicembre 1675, fu consacrato il 26 gennaio 1676. Spesso a Foggia fu contrastato nell’esercizio del proprio ministero ma altrettanto fu anche difeso dai notabili della città che gli riconobbero il merito di svolgere con dedizione il dovere pastorale. Il 19 luglio 1682 tenne un sinodo per regolare i costumi del clero e del popolo, durante il suo mandato realizzò numerosi interventi di restauro nella cattedrale di Troia e nella chiesa Collegiata di Foggia. Nel 1690 fece restaurare a sue spese la chiesa dell’Annunziata di Foggia; questo evento è ricordato nell’epigrafe custodita nella seconda sala del Lapidario. Nei primi anni del suo ministero usò per arme uno scudo partito con a destra i colori della casa de’Sangro ed a sinistra quelli della casa della Tolfa. Un rarissimo esemplare litico di questo stemma è custodito nell’ultima sala del Lapidario. Mons. De’Sangro, nella seconda parte della sua vita vescovile utilizzò esclusivamente l’arme della casata de’Sangro, così come si evince dai bassorilievi a stucco presenti sulle lesene ai lati del paliotto dei tre dei cinque altari minori presenti nella chiesa della SS. Annunziata di Foggia, nonché su due formelle scolpite sul portale bronzeo della Cattedrale di Troia, e nella letteratura specialistica (Cronotassi ecc.).
Morì il 24 gennaio 1694 e fu sepolto nella chiesa Collegiata di Foggia vicino al soglio episcopale, sulla sua tomba, che andò distrutta con il sisma del 1731, era scolpita l’epigrafe commemorativa che recitava:
ANTONI SANGRO, TIBI STAT PROPE SEDES, ET URNA.
EST PROPRIUM SEMPER REGERE POSTQUAM MORI.
OB.(IIT) DIE 24 JANUARII 1694
Foggia – Chiesa della SS. Annunziata con epigrafe e stemma di mons. de’ Sangro sulla facciata
(da R. CAGGESE, Foggia e la Capitanata
Bergamo 1910, p. 63)
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