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La Cattedrale
di: GianlucaPioVivoli
La Cattedrale
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La Cattedrale
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BASILICA CATTEDRALE ‘BEATA MARIA VERGINE ASSUNTA IN CIELO’
( a cura di Gianluca Pio Vivoli)

La Cattedrale di Foggia, dedicata alla Beata Maria Vergine Assunta in Cielo, è sicuramente il contenitore artistico più importante ed architettonicamente
più complesso che la città possieda. L’ edificio sacro è infatti il risultato di una commistione d’interventi che avranno fine nel Settecento, ma a cui si metterà mano, come spesso accadde anche nel dopoguerra, con restauri che non sempre hanno rispettato la natura e la storicità dell’ insieme costruttivo.
Situata nelle vicinanze del piccolo pantano, in cui nel lontano 1062, due pastori scovarono tra le acque il Sacro Tavolo dell’ Iconavetere ( ossia antica immagine), la storia di questo gioiello dell’ architettura si fonde con quello della città di Foggia.

Nel 1080, per volere di Roberto D’Altavilla, detto "il Guiscardo", fu eretta una prima chiesa, detta Succorpo e dedicata a Santa Maria de Fovea.
Nel 1172, Guglielmo II di Sicilia, detto “il Buono”, si occupò di ampliare l’edificio esistente facendo edificare il tempio attuale.

La nuova chiesa era in puro stile romanico pugliese, molto vicino a quello del Duomo di Troia e non sono da scartare alcuni richiami al romanico Pisano, quali le bifore cieche, con davanzale sporgente.
All’ interno era caratterizzata da un impianto a croce latina, e composta da tre navate divise da colonne.


Tutti i regnanti, dai normanni ai borboni, che ebbero Foggia nei loro territori, hanno amato questo edificio sacro, tant’è che molti di essi la scelsero anche come luogo per celebrare il proprio matrimonio. Carlo I D’Angiò, morto a Foggia nel 1285,volle che in questa chiesa fosse sepolto il suo cuore.
La complessa facciata è il frutto dell’intervento di ricostruzione in seguito al devastante terremoto del 1731 in cui furono recuperati fregi e motivi decorativi in pietra medioevali, che ancora oggi possiamo ammirare.
Il prospetto principale come si presenta ai nostri occhi è un vero e proprio connubio di stili diversi, dal romanico al barocco, fino ad arrivare al tardo barocco.
La parte inferiore si compone di cinque arcate cieche, sovrastate da un interessante cornicione marcapiano decorato da motivi classicheggianti e figure zoomorfe tipiche dell’ architettura romanica. Negli spazi delle due arcate che affiancano il portale, ricorrono motivi pisani, ed altre decorazioni geometriche .


Molto interessante è anche il cornicione fortemente aggettante, forse opera di Bartolomeo da Foggia.
Le parti dell’ edifico sacro riconducibili al periodo medievale sono appunto la fascia inferiore della facciata, riccamente decorata, la suggestiva cripta e, sul lato sinistro, il cosiddetto portale di San Martino, venuto alla luce a seguito di alcuni interventi di restauro ( a volte veri e propri casi di cieca e mera distruzione) durante la metà del novecento, in cui fu demolita una cappella laterale e portato alla luce il suddetto portale.

La parte superiore della facciata pur presentandosi in stile tardo barocco non stona con la parte inferiore offrendo così alla vista dello spettatore un raro esempio di perfetto connubio geometrico e proporzionale. Il grande finestrone barocco che,sicuramente, sostituisce il perduto rosone romanico, impreziosisce la parte alta della facciata ai cui lati sono poste piccole edicole cieche che riprendono perfettamente quelle più antiche rintracciabili al di sotto. Il tutto è coronato da volute e da pinnacoli che conferiscono all’ insieme un senso di verticalità e di slancio verso l’alto tipico di un certo pensiero barocco.

Ad arricchire il complesso edificio è sicuramente l’ elegante campanile barocco che sostituì il più antico di origine medievale posto però al lato opposto di quello odierno.
La base del campanile costituisce la seconda entrata al tempio e ed è posto alla metà del lato longitudinale dell’ edificio.
Suddiviso in quattro sezioni il campanile termina con un coronamento a guglia, nella seconda parte invece sono posizionati , all’ interno di decorazioni ad oculi ciechi, due orologi fatti installare negli anni sessanta del novecento.


Di fianco all’ entrata del campanile è situata quella del succorpo impreziosita da un’ antica meridiana e da un’ immagine scultorea di un Cristo. All’ interno si trovano capitelli che sormontano le colonne centrali, opera di Nicola di Bartolomeo.
In origine la cripta era a croce greca e a tre navate, tuttora conserva le tre navate sull’asse degli ingressi, è a cinque navate sull’asse che dalle absidi va al nuovo Succorpo.
Di grande pregio è l’ affresco raffigurante Gesù Maestro. Sono visibili gli antichi ingressi che consentivano, con delle scalinate, il passaggio dalla Chiesa superiore alla Cripta, prima che fosse demolito l’antico impianto a tre navate ed elevato il piano della navata della Chiesa superiore.
A reggere quest’ultima fu creato il nuovo Succorpo, a tre navate; qui sono conservati l’urna in legno dorato del Cristo morto e le statue della Passione, oltre ad alcune tombe di Vescovi.

L’ interno del tempio si presenta sobrio ed elegante in un semplicissimo stile rococò. A grande navata unica, le pareti laterali sono arricchite da grandi archi i quali ospitano due altari marmorei dedicati a S. Giuseppe ed all’ Immacolata, una fonte battesimale ed un monumento a Mons. Farina. Sulla facciata contraltare è presente una grande tela, opera di Francesco de Mura.


Ai lati opposti del transetto due altari settecenteschi di pregevole manifattura napoletana sono dedicati rispettivamente ai Santi Patroni della città, Guglielmo e Pellegrino e alla Pietà. La zona absidale è impreziosita dall’ imponente altare maggiore di scuola napoletana arricchito con angeli reggi fiaccole; il grande organo di fattura locale fa da sfondo all’ altare maggiore e ne esalta la particolarità e la cromaticità delle superfici. Lateralmente alla zona absidale sono poste due piccole ma interessanti cappelle, una dedicata alla madonna dei Sette Veli, la quale ospita il Sacro Tavolo dell’ Iconavetere e l’ altra dove trova posto un suggestivo, quanto miracoloso, crocifisso ligneo opera del predicatore milanese Pietro Frasa. Il transetto è sovrastato da una grande cupola priva di tamburo ed ornata solo di decorazioni in stucco.

La cattedrale di Foggia è sicuramente un importante esempio di come l’ uomo in passato abbia saputo sapientemente mescolare stili e influenze diverse. Terremoti, catastrofi ambientali ed avvenimenti bellici hanno sicuramente impoverito e cambiato l’ assetto stilistico ed architettonico del sacro tempio. Non ci sarebbe però in realtà, niente di più complesso e suggestivo di un luogo che ha cambiato aspetto e caratteristiche in ogni epoca susseguitasi. Ai nostri giorni si presenta a noi un corpo di fabbrica complesso ma allo stesso tempo armonico e gradevole nonostante la disparità di stili e di geometrie architettoniche utilizzate ; la prolungata chiusura ed il tanto atteso restauro, il quale ancora non vede proclamata la parola ‘fine’, purtroppo è storia dei giorni nostri.

Scheda inserita il 06-09-2012 da GianlucaPioVivoliHome Page

Cesare Rizzi06-09-2012- 21:41
Video di Potito Chiummarulo, in cui si può ammirare la qualità dei restauri (immagini del Agosto 2012)

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