Nell’ orata ‘mbriache tutto il fresco sapore del mare.
“Mena me’, ‘u cafè ch’è fatte jurne!”.
Durante i primi decenni del ‘900 alcuni ambulanti non essendo proprietari di bottega , percorrevano tutti i giorni le strade
del centro storico reggendo una cassettina di legno e richiamando l’attenzione col singolare grido. Nonna Maria ci raccontava che in passato queste figure servivano il caffè per strada svegliando soprattutto le massaie invogliate dall’odore di quel caffè ad affrontare un’altra impegnativa giornata domestica.
Con la stessa puntualità dei personaggi dell’epoca, la nonna era solita svegliare la “tribù” , cosa alquanto giustificata durante l’inverno , un po’ meno d’estate quando noi piccoli di casa eravamo ormai liberi da impegni scolastici.
In realtà la vera premura della nonna era riuscire ad arrivare al mare molto presto sulla sabbia immacolata tirata a lucido dai bagnini , per sfruttare gli effetti benefici del sole ed evitare le fastidiose scottature.
Arrivati al mare, non c’era altro che potesse regalarci un pizzico di felicità che calpestare la sabbia fresca a piedi nudi per arrivare a riva, sperando di trovare nuove conchiglie da aggiungere alla nostra collezione.
Di ritorno dalla lunga battuta notturna, i pescatori dalle barche invitavano ad avvicinarsi . Nonna Maria adorava acquistare il pesce direttamente dalle barche, pregustando il momento in cui lo avrebbe cucinato inebriandosi di quel profumo .
Le reti colme di pesci ancora guizzanti erano una bella attrazione per tutti i bagnanti che in processione si avvicinavano propensi all’acquisto.
La nonna preferiva , da grande appassionata di ripieni e farce, seppie e calamari adatti a preparare sughi speciali per troccoli e ogni altro tipo di pasta casereccia, ma nel periodo di grande caldo sceglieva pesci per preparazioni piuttosto veloci e fresche.
“L ‘orata ‘mbriache” ad esempio , a base di vino bianco e spezie , era una pietanza davvero gustosa da consumare di ritorno dalla spiaggia con addosso ancora il profumo del mare. Le orate eviscerate venivano riempite con un miscuglio di pangrattato e spezie , sistemate in padella con un po’ d’olio, il pomodoro a filetti, le olive, il pangrattato speziato e il vino bianco. Le orate erano pronte perfettamente “ ‘mbriacate” quando tutto il vino era ormai evaporato a fuoco lento.
Come è lontano quel tempo, eppure ancora oggi a volte mi sembra di rivivere quei magici momenti che da piccoli ci permettevano tutto, anche riuscire ad ascoltare il rumore del mare dentro una conchiglia…
Ingredienti per 4 persone
4 orate eviscerate , marinate per un’ora nel succo di limone
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di prezzemolo, un cucchiaino di salvia, rosmarino e aglio tritati
1 grosso pomodoro maturo
g.100 di olive nere e verdi denocciolate
4 cucchiai di olio
2 bicchieri di vino bianco, sale e pepe
