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’A Cariole (La cariola)
di: Cesare Rizzi
’A Cariole (La cariola)
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’A Cariole (La cariola)
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link al sito di ’A Cariole (La cariola)
La cariola, fa parte di quei giochi cosiddetti poveri.
Fu molto amata ed ancora oggi è ricordata da intere generazioni.
Nei miei ricordi credo di poter affermare che questo gioco sia sopravvissuto fino alla fine degli anni 60.
/> Si trattava di costruire un vero e proprio mezzo di trasporto a ruote, con cui sfidare i compagni in spericolate discese su pendii asfaltati.
La costruzione del mezzo era lunga e meticolosa e per la realizzazione non mancava il contributo di parenti più grandi, a volte anche i genitori.
La prima competizione, infatti, sarebbe stata proprio l’esibizione del mezzo meglio realizzato di cui si sarebbe apprezzata la comodità della guida, la tenuta, la stabilità su strada, e la maneggevolezza nelle "manovre".
Per la costruzione, occorrevano pochi e semplici materiali.
  • Una tavola in legno che costituiva il piano principale della struttura su cui sedeva lo spericolato pilota
  • una "mazza di scopa"
  • due "pezzotti" di legno
  • tre (a volte 4) cuscinetti a sfera
  • Chiodi, colla, bulloni

  • Ancor prima di progettare il proprio mezzo, era necessario procurarsi i tre cuscinetti a sfera che erano fondamentali ed insostituibili per la buona riuscita della costruzione.
    Quando era il "tempo delle cariole" (perchè ogni gioco di quartiere, aveva il suo "tempo") meccanici, carrozzieri e sfasciacarrozze, erano letteralmente presi d’assalto dai ragazzini che elemosinavano i cuscinetti.

    Era praticamente impossibile reperire tre cuscinetti perfettamente uguali, ma si raccoglieva comunque qualsiasi "donazione", poi, tra compagni si praticava qualche scambio per garantire una certa compatibilità dei materiali al "progetto".
    Se uno dei tre cuscinetti aveva dimensioni diverse, andava montato su manubrio. Gli altri due dovevano essere necessariamente di pari diametro.
    Il Manubrio, era composto da una asse di legno che sporgeva dalla tavola lo spazio necessario ad appoggiarvi le mani (a volte i piedi).
    Al di sotto a mo’ di ganascia, erano montati i due "pezzotti" saldamente inchiodati al manubrio ed al braccio della ruota incastrato nel cuscinetto.
    Un’altro pezzo della "mazza di scopa" montato sulla parte opposta, fungeva da braccio per le ruote posteriori.

    Il centro del manubrio era imperniato alla tavola. Bulloni e rondelle usati ad arte gli conferivano una certa mobilità per sterzare di qualche grado.

    Dei materiali in legno, mi piace ricordare le due falegnamerie ormai scomparse, una in via Lecce, l’altra in una traversa di Viale Colombo che in seguito prenderà il nome di Piazza Padre Pio da Pietrelcina. (naturalmente a Foggia) alle quali i ragazzini dell’epoca chiedevano "Pezzotti" ben tagliati o una buona tavola per la cariola.

    Qualche mamma meno fortunata protrà raccontare del "Tavoliere" usato per lavare i panni o di qualche "manico di scopa" misteriosamente scomparso....

    Per le corse e le sfide, si preferivano percorsi in discesa lisci ed asfaltati.
    Il conducente poggiava un ginocchio sulla tavola, le mani sul manubrio e con un piede che sembrava una biella, imprimeva la giusta spinta al mezzo.

    I più temerari si facevano spingere da un compagno, con la promessa che al prossimo turno ci sarebbe stato lo scambio dei ruoli.
    Questa alternativa permetteva di raggiungere velocità importanti, tanto che per non sbucciarsi le mani, in caso di cadute o rovinosi "fuori pista" si preferiva comandare il manubrio con i piedi.

    Naturalmente gli "incidenti" non mancarono, escoriazioni, teste rotte ed i rimproveri dei genitori erano all’ordine del giorno.
    Però che bei ricordi !

    Cesare Rizzi

  • Scheda inserita il 24-06-2012 da Cesare RizziHome Page

    yroL24-06-2012- 19:12
    io ho giocato con la cariola fino ai primi anni 80...e i cuscinetti li compravo dallo STAGNARO!!!

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