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Zompa Cavallo
di: Marilin
Zompa Cavallo
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Zompa Cavallo
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link al sito di Zompa Cavallo
Era un gioco di gruppo, riservato per lo più ai maschietti, che si svolgeva tra squadre di due, tre e anche quattro persone ciascuna. I ragazzi che, tramite sorteggio, dovevano stare sotto facevano parte della squadra del cavallo”; il primo ragazzo si chinava
appoggiando le mani sulle spalle o sui fianchi del palo vicino al muro; gli altri, disposti in fila, si appoggiavano con le mani sulla schiena del compagno chinato davanti a loro. I ragazzi delle altre squadre, dopo adeguate rincorse, saltavano a turno sulle schiene ricurve della squadra che stava sotto. Il compito di saltare per primo spettava a colui che era in grado di scavalcare più ragazzi,

Scheda inserita il 21-06-2012 da MarilinHome Page

felicestella23-06-2012- 10:38
Il gioco è descritto per mettà, come il titolo, bella la foto, ma... manca la mamma appoggiata al muro.

Franco Settimo30-06-2012- 06:34
Personaggi e interpreti:
’A Mammiott (il più grasso della compagnia, quindi il più comodo da usare come "ammortizzatore" ), si appoggiava con le spalle al muro e teneva la testa, offrendo tutta la sua opulenza, al capofila della squadra "che s’ m’ttev sott".
Detto capofila assumeva posizione c.d. "cu’ cul a popp’" e dietro di lui, nella stessa posizione, tutti i componenti della sua squadra, che era composta dalla metà dei giocatori totali.
I componenti della squadra "che zumb’v", uno ad uno, con una rincorsa adeguata, saltavano sul groppone del cavallo che, a seconda del numero dei partecipanti al gioco, poteva anche superare il bordo del marciapiede (all’epoca "banghin").
Normalmente si faceva saltare come primo "cavaliere" il più agile del gruppo di modo che arrivasse più avanti possibile, dando spazio a tutti gli altri compagni di squadra.
Norma fondamentale era quella che dopo "l’atterraggio" sulla schiena del cavallo non ci si dovesse più muovere e si dovessero battere le mani, al fine di evitare che i cavalieri, per non cadere, si aiutassero tenendosi al cavallo.
Altra norma, mai rispettata fino in fondo, era quella che il cavallo dovesse rimanere fermo per favorire la sosta al "soprastante".
Titolato a rilevare eventuali infrazioni era "a mammiott" che, immagino, si sia capito perchè non lo si facesse partecipare....ehm...attivamente al gioco.
Saltati tutti i cavalieri, la scena che si presentava era costituita da un "piano terra" composto da ragazzini con dellle espressioni sofferenti dovute al peso che dovevano sopportare e che, in alcuni casi, era distribuito malissimo creando alcuni cavalli biposto ed altri...mezzoposto e un "primo piano" composto da cavalieri plaudenti (e sorridenti).
Trascorsi alcuni secondi in questa situazione, e senza che nessuno del primo piano appoggiasse nemmeno la punta di un piede a terra, si ripeteva il tutto mantenendo gli stessi ruoli.
Con la speranza di essere stato esauriente, vado a cenare per poi farmi "nu zumbacavall’ ind’ o’ litt". :-)

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