Gli Amici della domenica visitano il Borgo delle Croci.

Movimento di protesta socioculturale, contro l’abbruttimento ed il degrado della città ed il suo, quasi perpetuo, stato vegetativo, e avente quale tratto distintivo l’eleganza dei costumi e della parola, gli Amici della Domenica si pongono come servitori di Foggia, credendo, fermamente, che la riscoperta delle radici, delle ricchezze monumentali indigene, dell’essere città...
dini partecipi attivamente della vita del capoluogo, possa contribuire alla rinascita della città, e ad arricchire il proprio animo. Credono nella storia, brutto affare!
Permettetemi di consigliarvi di conoscerli, potrebbero contribuire a risvegliare, il malsano desiderio di scoprire Foggia, cioè noi stessi.

Il ricco antipasto storico, che gli Amici della Domenica vogliono offrire, alla cittadinanza, in occasione de “La Domenica delle croci”, il 13 febbraio 2011

Quanti fossero ghiotti di conoscere Foggia, o meglio, una sua piccola parte, possono, domenica, dalle 10,00 in poi, unirsi al gruppo, a piazza Sant’Eligio.

Il menù prevede:
ore 10,00 - 10,40 visita al Borgo, con il dott. Savino Russo, quale cicerone.
ore 10,40 – 11,15 visita delle Cappelle esterne, con relativa guida.
ore 11,30 – 12,00 visita dell’interno della Chiesa, con relativa guida.
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“Foggia, nel corso del secolo decimo nono, si ingrandì notevolmente.

Oltre le porte della, ormai invisibile, cinta muraria[1], continuarono a svilupparsi i tre borghi, di Gesù e Maria, delle Croci e degli Scopari, già di Sant’Antonio, sorti nel settecento, per dare respiro alla città vecchia. I borghi, unioni di quartieri, acquistarono l’identità, che, fino a pochi decenni fa, li caratterizzava, dopo il funesto sisma del 1731, allorquando, dopo la ricostruzione, la “city” indigena fu spostata da via Arpi alla zona gravitante intorno San Francesco Saverio.

In una delle prime testimonianze scritte (anni trenta dell’ottocento), si legge, che i terrazzani (uomini, patiti, rudi, cresciuti tenendo, sempre, "il muso nella terra", alla ricerca continua di frutti di stagione, cacciagione ed altri ritrovati, per ricavarne sostentamento, senza dipendenza alcuna ) vivevano nel borgo delle Croci, i bifolchi e i cafoni nel borgo a sud est della città vecchia, e i carrettieri in quello di Gesù e Maria.

Il Borgo delle Croci ha il suo fulcro nell'omonima Chiesa e include, anche, la zona dell’ex distretto militare, la chiesa della Madonna delle Grazie, vico Epitaffio e piazza dell' Olmo.

Edificata all’incrocio di due tratturi, la Chiesa del Monte Calvario sotto il Titolo della Santa Croce, meglio conosciuta come Chiesa delle Croci, fu costruita, per ringraziare il Signore di aver liberato Foggia dalla siccità e dalla fame. Nel 1693, infatti, padre Antonio Olivadi, durante la cui missione di predicatore nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, avvenne il miracolo, infisse, proprio all’incrocio del tratturo Foggia-Celano con quello Foggia-Aquila, sette croci, che il popolo volle proteggere con delle cappelle; le ultime due furono poi inglobate nella Chiesa.

La Chiesa è ricca di opere d’arte, soprattutto, di tele di pregio.



Piazza Sant’Eligio, così chiamata per la presenza dell’omonima Chiesa, appare già nelle piante ottocentesche della città. La Chiesa, il cui titolo originale è quello di santa Maria di Loreto, appare, con questo nome, già nelle descrizioni topografiche sei-settecentesche. L’attuale denominazione deriva dal fatto che, nel secolo della rivoluzione francese, vi si insediò la Confraternita di Sant’Eligio, formata da carrettieri e ferrai.

Il monumento al re Filippo IV di Borbone, comunemente chiamato Epitaffio, sorge su piazza Piano della Croce…”
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Gli Amici della Domenica colgono l’occasione per ringraziare dell’attenzione e della stima immeritata, ma, soprattutto, dell’aiuto datoci i dott.ri Savino Russo e Carmine de Leo.
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A domenica!
Flora Bozza
Onorata di far parte de: “Gli Amici della Domenica”
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[1] Per questa parte abbiamo attinto a: Saverio Russo (a cura di), Storia di Foggia in età moderna, Bari 1992 e alla preziosa documentazione dataci da Carmine de Leo.
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In realtà il menù, fu talmente ricco, che gli amici della domenica non riuscirono a completare il programma. La sola visità alla Chiesa delle Croci, ed alla cripta occupò tutto il tempo disponibile. Per tali motivi fu organizzata "La Domenica del Borgo"