Bello ... e impossibile

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Tabellonila Legge n.212 del 4 aprile 1956, regolamenta e disciplina le norme sulla propaganda elettorale.In questi giorni, infatti, molte vie della città sono state attrezzate con enormi tabelloni (del tipo e dimensioni previsti dalla legge) destinati ad accogliere i manifesti pubblicitari delle liste e delle candidature.

Il Sacrosanto Diritto per la democratica proposta politica è cosi garantito in egual misura a tutti i competitori.

Tuttavia, nonostante la puntuale e precisa regolamentazione, assistiamo quotidianamente ad una vera e propria gara di inciviltà, fatta di affissioni al di fuori degli spazi consentiti nonchè di quelli assegnati (entrambi sanzionabili da 103 a 1032 euro).

Una gara di inciviltà, che va ben oltre la propaganda politica, e che diventa occasione ennesima per deturpare l'immagine della città che è appena uscita dalla triste esperienza dell'emergenza rifiuti.

Le strade sembrano finalmente ben pulite. E' persino piacevole passegiarle...

Eppure questi "sacrosanti" tabelloni, sporchi e arrugginiti, persino pericolosi se il passante di turno ci dovesse inciampare, arredano malamente le nostre strade.Per effetto delle affissioni, il pavimento è ricoperto di colla.... scivoloso.

Difficile per una mamma con passeggino percorrere quei marciapiedi... impossibile per un disabile carrozzella-munito.

Installati su marciapiedi, bullonati alla pavimentazione, lasceranno evidenti i segni di una pratica deprecabile ed assimilabile agli effetti del consueto (ahimè) vandalismo.

Sembra quasi che la città abbia rinunciato ad immaginarsi "possibilmente" bella.

Eppure, basterebbe il semplice buon senso ed un minimo di controlli per fare di questo "Diritto" una occasione di confronto.

Direte: "sarà solo per pochi giorni"... ed accetteremo ancora un volta di attraversare spazi urbani deturpati.

La percezione di una città "brutta" è radicata a tal punto, che insegniamo ai nostri figli che una prospettiva di lavoro e di vita può esserci solo altrove. Questa "percezione" ci scaraventerà sempre agli ultimi posti delle classifiche, se i nostri occhi non si abitueranno a guardare "cose belle" e se non impareremo ad affezionarci e prenderci cura dei luoghi che abitiamo.

Ecco, questa credo sia la domanda a cui deve rispondere chi in questi giorni si propone al governo del paese, riconoscendo nel "Bello" la possibile controproposta al dilagante degrado sociale e culturale del nostro tempo.

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