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"gli spazi negati della Villa Comunale"

 

Villa...nie

testo: R.de Seneen

foto: M.Sepalone

 

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FOGGIA... che sale !

foto: M.Sepalone

 

foto: P. del Grosso

Il GADD in Villa
un altro cancello...
Villa...nie
Visita Virtuale

La nostra bella Villa Comunale, vasta, verde, alberata, più antica dell’Unità d’Italia, un polmone verde in un punto frequentato e nevralgico della nostra città.

 

Un “monumento” in cui è scritta parte della storia di questa città: l’orto botanico, l’inizio e la diffusione della coltura del gelso per il baco da seta, per le “sete di Capitanata”, le cancellate originarie provenienti dalla Reggia di Caserta, “ferro alla Patria”, l’imponente colonnato d’ingresso squassato dai bombardamenti dell’estate del ’43, triste simbolo rimasto scolpito nella memoria comune, ancora rintracciabile su foto dell’epoca, e le belle fontane, colpite a morte, non ci sono più.

 

Una villa che, normale, cambia un po’la sua fisionomia col passare del tempo, ma sempre villa resta.
Da ultimo, però, dieci-dodici anni, sembra soggetta ad un processo di lottizzazione. Diciamo subito che non si costruisce in Villa, diciamo; però, un po’ alla volta, alcuni spazi, anche di una certa consistenza, vengono sottratti alla fruizione collettiva, recintati, infine abbandonati a se stessi.
Ai cancelli dell’entrata principale, e di quelle laterali, se ne aggiungono altri che completano la recinzione dei luoghi sottratti. Gabbie per una ipotesi di zoo! Gioco di scatole cinesi!

Di alcune di queste situazioni non si ha contezza circa la loro destinazione e il loro fine.

Di una in particolare si. Quella è stata completata, inaugurata, fruita e goduta, un po’ di mesi, meno di un anno, poi chiusa: “Il giardino delle fragranze”, un giardino nel “giardino cittadino”, col suo recinto e il suo cancello, chiuso, da tanto.
Non se ne intravede ragione di tanto, e se ci fosse qualcuno, che sentendosi responsabile o responsabilizzato da questo “lamento”, ben venga.

Quel giardino, un percorso di piante odorose, quasi circolare, destinato sin dall’origine anche ai nostri concittadini ipovedenti, un bel gesto presto “sfiorito”, che consentiva loro di “sentire” e saperne meglio attraverso apposite targhe metalliche con scritta in sistema braille, quel giardino, denaro pubblico, sottratto all’uso pubblico, un doppio danno alla collettività, non estremamente grande, ma dalla forte simbologia, grida vendetta!!
Basterebbe riaprire, se non svellere, quel cancello che lo rende impraticabile, le piante odorose non sono proprio una necessità, per tutte c’è rimasto, vincendo il tempo e l’incuria, un cespo gigantesco di rosmarino nostrano. Già quello è uno spettacoloso profumato.