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Segnalazione: Il monumento al Ferroviere

Il monumento al Ferroviere

Villa Comunale (Boschetto) -

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Id.#167
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LA STORIA DEL MONUMENTO DEDICATO AL FERROVIERE.

Forse non tutti sanno che la Stazione di Foggia risulta essere uno dei principali nodi ferroviari del centro-sud e che viene classificata la quarta per importanza nazionale.
La maggior parte
delle famiglie foggiane ha avuto fra i suoi membri almeno un ferroviere.
Durante l’ultimo conflitto mondiale la nostra stazione veniva rasa al suolo dai bombardamenti e sotto le macerie morivano molti ferrovieri in servizio e abitanti della nostra città.
Sulle pareti laterali di entrambi i lati dell’atrio interno si possono leggere i nomi delle vittime su lapidi di marmo su cui brillano le lampade votive.

La tradizione ferroviaria foggiana rimane tuttora molto forte per l’amore verso una città e l’orgoglio per la sua stazione, anche se ultimamente dimenticata dai nostri politici che hanno consentito al continuo scippo di uffici importanti presso di essa.

L’idea di un monumento dedicato al Ferroviere partiva da un impiegato INPS fermodellista, CAMARCA, appassionato di ferrovia e mancato ferroviere e portata avanti dal sottoscritto, all’epoca Capo Stazione presso la stazione di Foggia.

Agli inizi del 1984 consultavamo il Capo deposito Locomotive Sovrintendente Luigi Ficarelli e con lui visitammo il Deposito Locomotive per individuare Locomotive a vapore ormai destinate alla demolizione. Fra queste le uniche in buono stato erano solo 2: Una grande locomotiva Gruppo 740 con relativo tender lungo circa 12 metri. Questo tipo di locomotiva veniva usato per treni merci per la sua potenza di traino.
Naturalmente ci consultavamo con la Ditta di carrellamento che avrebbe dovuto “carrellare” in Villa la locomotiva e questa ci dissuadeva dallo scegliere quel tipo per la eccessiva lunghezza e quindi di difficile trasporto.
La nostra scelta si orientò su quella attualmente presente in Villa Comunale, una locomotiva gruppo 685 che serviva per le manovre in stazione, senza tender e con tasca con tenitrice per il carbone. Questo tipo di locomotiva era in buonissimo stato, fornita di targa di bronzo che indicava il gruppo e l’anno di costruzione. Inoltre era intatta tutta la strumentazione di bordo, con manometri in ottone. I fanali si impegnava a fornirli il Capo Deposito.

Naturalmente la Locomotiva aveva bisogno di restauro, per cui doveva essere trasferita presso l’Officina del deposito, peraltro attrezzatissima, che avrebbe provveduto.

A questo punto, superati gli ostacoli tecnici, bisognava chieder l’autorizzazione al sindaco all’epoca vigente per la posa nella Villa e per le spese da affrontare per la stessa e per il restauro.

L’assessore CHIROLLI si mostrava subito entusiasta dell’iniziativa e si impegnava ad affrontare le spese e anche a produrre una lapide dedicata ai ferrovieri periti nel conflitto mondiale.

I lavori di restauro procedevano alacremente e i colleghi ferrovieri si prestavano volentieri per una iniziativa che avrebbe dato merito all’intera popolazione e arricchita la nostra Villa di un ulteriore importante Monumento, oltre tutto di una certa bellezza.

Le cose non andarono come esattamente volevamo io e Camarca, d’altronde era immaginabile. Difatti avevamo espresso il desiderio di collocare la Locomotiva bene in vista, fra una aiuola e l’altra, protetta da una recinzione ed opportunamente coperta per salvarla dalle intemperie.

Sennonché, quando l’Ordine degli Architetti veniva a conoscenza dell’iniziativa, la bloccava, rivendicando il diritto di proclamare un concorso fra architetti per la miglior collocazione del monumento. La diatriba fra il comune a l’ordine durava molti mesi a discapito della realizzazione del nostro progetto.

Intanto il Capo Deposito Sovrintendente disponeva un gruppo di operai per il restauro della locomotiva e, contemporaneamente, prendevamo accordi con la ditta per il carrellamento in Villa, ossia per il trasporto che doveva avvenire sempre a spese del comune.

Quando i lavori venivano ultimati, ci furono anche difficoltà di liquidazione degli operai perché il Sindaco, a suo dire, non disponeva i soldi per la copertura della spesa.

Il concorso per la collocazione veniva vinto da un geometra del comune che aveva progettato un accenno di pensilina che non copriva la locomotiva e non prevedeva alcuna recinzione. Inoltre il posto, come si può evincere dalla foto del giornale “IL QUOTIDIANO”, veniva stabilito in fondo, sulla sinistra, prima dell’ingresso sinistro del Boschetto. Veniva anche collocata una lapide riportante i nomi dei ferrovieri caduti.

La cosa estremamente imbarazzante per noi promotori era che l’inaugurazione veniva stabilita a ridosso delle elezioni comunali e durante la stessa venivano distribuiti volantini editi dal partito avverso al sindaco.

Naturalmente sui giornali, come si può leggere dagli articoli dell’epoca, veniva dato il merito dell’iniziativa al sindaco e i nuovi assessori,venivano consegnati anche riconoscimenti, mentre si citavano appena alla fine del discorso di inaugurazione, i nomi di CAMARCA e del Capo Stazione SIGNORILE, a titolo di semplice ringraziamento. Questo pubblicavano anche i giornali.

Molto amareggiati io e CAMARCA convenivamo che non era valsa la pena prodigarsi tanto per poi, alla fine , essere anche contestati dal partito di opposizione del sindaco, quando noi con la politica non c’entravamo nulla. Inoltre per molte spese di carburante per le nostre auto ed altre non avevamo chiesto alcun risarcimento, ma quanto meno ci si aspettava un piccolo riconoscimento, magari una pergamena, invece solo parole di convenienza e null’altro da parte dei rappresentanti comunali.

IL MONUMENTO SACCHEGGIATO E ROVINATO DAI SOLITI VANDALI

Posizionato senza alcuna recinzione, la LOCOMOTIVA diventava presto oggetto di vandalismo, in quanto accessibile a tutti. Chiedevamo al sindaco di provvedere alla vigilanza, ma questi rispose che non vi erano soldi per farlo.
Anche la mancanza di senso civico da parte dei comuni cittadini contribuiva a danneggiare continuamente quello che doveva essere un monumento e non un giocattolo per bambini che, con l’aiuto degli stessi genitori, si arrampicavano nella cabina della locomotiva.

Ben presto vennero rubati tutti i manometri di ottone esistenti sul cruscotto. I fanali antichi. La targa di bronzo riportante il gruppo della locomotiva, la Ditta di costruzione e l’anno della stessa. La targa, preziosa per i collezionisti, veniva asportata prima di tutto. La locomotiva, senza di essa, ha perduto anche il suo valore.

Come era immaginabile, l’esposizione alle intemperie, ben presto causava la ruggine sul fondo della cabina di guida, causando lo sfondamento della stessa. Così diventava anche pericoloso l’accesso di bambini o altri che potessero arrampicarsi.
La lapide riportante i nomi dei ferrovieri morti in servizio, veniva imbrattata e scheggiata.

Ricevuto a colloquio col sindaco CILIBERTI, facevo presente che la LOCOMOTIVA era una concessione novennale, con l’impegno di mantenerla in buon stato e che poteva essere revocata se non veniva restaurata e recuperata. Seguiva una superficiale verniciatura che non risolveva certo il problema.

Al momento non si conoscono i motivi della rimozione del monumento, trasferito in una zona molto occultata del boschetto e non si sa bene neanche dove sia finita la lapide commemorativa.

Questa la storia di un monumento che doveva essere l’orgoglio di molte famiglie foggiane, iniziativa del Sig. CAMARCA Giuseppe e SIGNORILE Alfredo.
Foggia, 28/2/2012.

Alfredo Signorile - Giuseppe Camarca

vedi anche Lettera al sindaco

Scheda inserita il 05-03-2012 da Amici della DomenicaHome Page

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